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La badante indomita

di Grace Baldissera
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Pubblicato il 12/02/2021 15:26:31

La badante indomita by grace baldissera

 

Olga nella confusione di una grande stazione invasa da gente indaffarata e presa dai propri orari, scende da un treno interregionale dopo oltre un giorno di viaggio e di coincidenze rincorse.
Non ha troppa dimestichezza con l’italiano e questo non l’agevola nella ricerca delle uscite.
Sente addosso la stanchezza del viaggio. In quella confusione che la attornia si sente come fosse stata gettata in un frullatore: viaggiatori ansiosi, confusione valigie, gente che guarda e gente distratta che bivacca, su tutto i rumori striduli delle rotaie che le comprimono la mente.
Stringe forte a sé borsa e valigia contenta di essere almeno arrivata a destinazione.

Che bordello di gente. Chissà se sono venuti a prendermi come eravamo d’accordo, è vero che sono in ritardo ma dio mio non mi lasceranno marcire in questo carnaio, verranno pure a prendermi. Devono venirmi a prendere – pensa infastidita dal ritardo e agguantando il suo cellulare per chiamare il numero del suo nuovo datore di lavoro.

Intanto assapora il sapore della metropoli: odori a lei inconsueti, bar dalle offerte di cibi invitanti, vetrine con file di libri in bella mostra e dalle scritte a lei incomprensibili, volti dalle sembianze marcate e dalla pelle più scura rispetto alla sua Ucraina.

Ho bisogno di questo lavoro e loro hanno bisogno di me - pensa.

Avanza seguendo la corrente di chi è scesa dai treni e si incammina verso le porte di accesso. Allunga il passo e si avvicina all’uscita quando di fronte a lei si piazza un uomo della sua altezza, brizzolato, un bell’uomo con folti capelli castani. In mano ha un berretto rosso, il segno convenuto per ritrovarsi e lei lo riconosce dal selfie che si erano scambiati qualche tempo addietro.

Olga è lei vero? benarrivata. Sono io, il dott. Orsenigo. Ha fatto un buon viaggio?

La donna lo squadra un filo incuriosita e cercando a fatica le parole gli risponde:
grazie grazie si tutto buono. Io felice che sono qui.

Bene, mi dia la sua valigia che ho qui l’auto e andiamo direttamente da mio padre, La sta aspettando e non vede l’ora di conoscerla. Comunque io sono Simone e mio padre si chiama Adelchi così lo può già chiamare per nome quando lo vede. La volevo informare che la badante prima di lei se ne è andata senza dare alcuna spiegazione, ma credo solo che avesse poca pazienza invece con papà ce ne vuole molta di pazienza.

Una strana coppia non c’è che dire. Lui abiti firmati e macchina lussuosa, lei fianchi larghi, prosperosa e vestita con una immancabile giacca a vento. Intorno viali alberati, macchine eleganti parcheggiate di fronte a portoni dagli ingressi fatti di marmi e stucchi.

Sono ricchi. Almeno sto tranquilla che mi pagano – pensa la donna.

All’ingresso della casa la figlia di Simone, una ragazza esile piccolina e con una folta criniera, la fa accomodare con fare asciutto. La accompagna nella sua camera o meglio in quella che sarebbe divenuta la sua stanza. Si vede che era abituata all’iter di inserimento delle nuove badanti.
Olga, vero? Disfa pure la valigia, questa è la tua stanza e mettiti in abiti da casa che poi ti porto dal nonno.

Entrando nel salotto scorge una sedia a rotelle dove si trova seduto il nonno. Gli si avvicina ma il vecchio non si muove. Adechi buongiorno, mio nome Olga- dice tendendogli la mano.

Olga – dice Simone – guardi che mio padre non ci vede molto, è pure un po' sordo e in ogni caso si chiama Adelchi, con la elle.

Si si capito. Io chiamo Olga e vengo da Ucraina. Io già lavorato qui Italia, ora contenta di sono tornata!

L’anziano in quel momento la mette a fuoco, si rivolge a lei e sfoderando un sorriso da seduttore le fa cenno di avvicinarsi.

Bela bela – dice sfregandosi le mani per scaldarle.

Olga non è una grande bellezza, un filo tarchiata e non troppo alta è però molto femminile, ha le forme belle piene di chi mangia pietanze grasse e su tutto un seno procace che spinge sotto la maglia rossa che indossa. Ai piedi ha già un paio di ciabatte da casa che la accompagneranno nei giorni a venire. Il vecchio pare gradire assai la nuova arrivata.

Bela bela – dice con insistenza il nonno.

Papà lasciala stare un attimo che le faccio fare il giro della casa, così almeno si orienta qui dentro. Olga mi segua per cortesia.

Adelchi vedendola uscire dalla stanza lo prende come un affronto e inizia a fischiare.

Olga quando mio padre fischia è perché è incazzato, lo tenga a mente.

La povera ancora stanca e affamata dal viaggio approda in cucina ove troneggia un bel cesto pieno zeppo di frutta. Vedere tanta abbondanza le strappa sempre un sorriso. Quello che la terrorizza è il non avere di che mangiare, avendo già patito abbastanza la fame nella sua vita e ora vuole solo strafogarsi di cibo.

Io brava cucinare anche per vostro papa, lui pochi denti e io fare minestre e pappe molli buone per lui.

La nipote poco più che adolescente sentendo il menù storce il naso, per fortuna lei se ne sarebbe tornata a casa col padre e non avrebbe gustato le pietanze della ucraina. Ne è molto felice.

Questo è il bagno di mio padre e per lei ce n’è uno di servizio vicino alla sua camera. Diciamo anche che mi aspetto che mio padre sia sempre pulito e cambiato di tutto punto ogni giorno e che la casa sia tenuta a regola d’arte, sa è una casa che vale molto in questa zona – dice Simone impettito.

Olga si chiede cosa significhi vale la zona. La casa è spaziosa e luminosa, la sua camera pure e per lei quello è sufficiente. Poi le sovviene una domanda:

Io andare a fare spesa, tu lascia me soldi per comperare cibo – dice forte e chiaro rivolta a Simone – io porta te scontrino e tu controlla.

Simone ormai avvezzo alle varie badanti che si erano succedute in quella casa le confessa:

Certo che vai tu, posso darti del tu, vero? Olga non ti lascio senza cibo ne senza soldi, tranquilla fai il tuo lavoro come si deve e avrai tutto quanto pattuito. Mi raccomando solo una cosa però: non portare in casa gente, amiche tue ucraine romene e neppure amici maschi e bambini. Mio padre deve stare a riposo in questo periodo della sua vita, voglio che resti tranquillo e meno gente vede meglio sta.

Ormai la donna si sente già a suo agio, loro se ne stanno per andare e lentamente prenderà possesso della casa rimanendo da sola col nonno. Intorno a lei oggetti di valore, file di quadri che riempiono le pareti, specchiere grandi e dorate tutte da pulire. Per terra un marmo chiaro da tirare a lucido ma non si perde d’animo.

Ce la farò

Intanto che finisce il tour della casa ha in mente una cosa :
Appena escono chiamo la mia amica Svetlana e vediamo se mi raggiunge qui, così magari mi spiega bene come gira da queste parti e dove prendere un bicchiere assieme. Anzi chiamo anche Oxana così facciamo un bel trio.

Olga chiude fuori i vari parenti e va diritta in salotto. Il vecchio è seduto sulla sedia a rotelle coperto da un plaid. Lui con la mano le fa cenno di avvicinarsi.

Eccomi eccomi, tu ha sete? Caldo? Fredo? Deve andare bagno?

Il vecchio Adelchi però non la sente, la fissa e le guarda con insistenza la scollatura abbastanza pronunciata. Allunga la sua mano tremante spostandosi in avanti e rischiando di cadere dalla sedia. Infatti questa inizia a scivolare lentamente all’indietro. Olga intuisce la scena e lo abbraccia afferrandolo per la vestaglia. Il nonno si trova la faccia immersa tra i suoi seni e ha un sussulto.

Ah allora non ci sente con le orecchie ma con la pelle reagisce bene – pensa divertita.

Adechi ora porto te camomilla calda e vado a prendere mio telefono – gli urla uscendo dalla stanza per andare in cucina. Con il suo vecchio cellulare cerca il numero delle sue amiche e le trova entrambe. Felice di ricongiungersi a loro le invita a richiamarla il giorno seguente.

Quella prima giornata passa lenta. La casa è enorme, porte ovunque che danno su anticamere bagni e studi. Solo di camere da letto ce ne sono più di quattro.
Avendo trovato nel frigo cibo in abbondanza si dilunga a mangiare e a preparare una passata per il vecchio.
Per la notte lo pulisce lo cambia e gli prepara il letto. Lui si lascia fare, fiducioso nel futuro.

L’indomani le sue amiche si danno appuntamento da lei a mezzogiorno, entrambe sono libere da impegni di lavoro e decidono di pranzare con Olga in quella lussuosa casa.

Olga sono così contenta che tu sia tornata in Italia anche perché noi stiamo guadagnando tanti soldi qui.
In effetti la badante nota che le sue amiche sono vestite con abiti lussuosi, vestiti con profili di raso luccicante, ingioiellate e con capelli e unghie in ordine e perfettamente laccate di fresco.

Ragazze vi vedo bene. Avete tutte e due il giorno libero oggi? Ma i vostri vecchi non li curate più?

A dire il vero noi ci siamo riciclate, cara amica. Il lavoro da badante è faticoso, sporchevole, mal pagato eppoi qui c’è tanta richiesta di …escort. Noi facciamo le escort: lavoriamo quando vogliamo, con chi vogliamo, c’è tanta richiesta e lo facciamo nei motel o negli hotel dei clienti. Loro ci pagano profumatamente. Lavoriamo online per fissare gli appuntamenti e poi..via libera alla fantasia più sfrenata!

Olga non crede alle sue orecchie.

Escort, ora si chiamano così? Meretrici sono diventate - pensa

In quel momento il nonno fischia e lei lo raggiunge di corsa per vedere quale è il problema. Le sue amiche la seguono e quando il vecchio vede tante giovani femmine tutte insieme inizia a dondolarsi sulla sedia a rotelle. Rimane letteralmente a bocca aperta anche perché le scollature si sprecano, gli spacchi lasciano intravvedere gambe affusolate e morbide, i tacchi sono degli alti spilli che si conficcano nel marmo: lui non poteva desiderare di meglio. In quella casa non erano mai entrate tante belle donne in un colpo solo.

Bela, bela, bela, bela, bela, aaaaaahh, bela, bela, bela, aaaaahhh – continua a ripetere.

Ragazze al vecchio sta per venire un coccolone: sarà meglio che ve ne andiate sennò tra un po' sono già senza lavoro.

Svetlana e Oxana fanno le smorfiose ma avvicinandosi a lui lo accarezzano: una sulla mano e l’altra lieve sulla testa. Il vecchio annusa inebriato il dolce profumo delle due donne e con la mano cerca di toccare la gamba di Oxana che veloce arretra e si mette a ridere.

L’anziano Adelchi è ancora carico di ormoni mi pare di capire – dice divertita.

Eh sì – dice Svetlana – se fosse un filo più giovane potrebbe diventare un nostro affezionato cliente. Gli farei anche lo sconto per la simpatia.

Ragazze ma cosa dite? Non vi vergognate neanche un po' a dire queste cose di fronte a un invalido?

Veramente il richiamo della natura ce l’ha ancora eccome e secondo me è pure disposto a cacciare del grano in cambio di qualche...toccatina.

Ora basta ragazze, vi saluto e vi rimando a casa. Lasciatemi ora così posso fare il mio di lavoro, quello per cui mi pagano da badante. Dai ci vediamo domani e datevi una calmatina che io qui ci vivo e dovrò far funzionare bene le cose oltre che prendermi cura di questo anziano.

Se è per questo io e Oxana siamo a disposizione per aiutarti – dice una delle baldanzose ragazze recuperando la propria borsa in cucina per poi avviarsi all’uscita.

Una domanda Olga ma il padrone quello che ti paga quando viene qui?

Mi ha detto che è fuori città fino a venerdì, quindi contava di venire o sabato o domenica.
Accompagnandole alla porta le abbraccia - dai ci vediamo domani girls, buona giornata.

Olga si ritrova così da sola con il vecchio Adelchi.

Certo che sei un bel tipo tu: ti piacciono le femmine vero? Ti piace pure allungare la mano oltre che l’occhio. Devi essere stato un bello stallone da giovane.

Il padrone di casa dondola leggermente e fa segno di voler spostarsi in camera da letto: apre un cassetto del comodino e le mostra cento euro. Lei non capisce. Per quale motivo mi mostra dei soldi? – si chiede

Cosa vuoli caro?

Bela bela – dice mentre si avvicina con la testa al suo collo e le indica i bottoni della sua camicetta.

Ah ma allora siete proprio un birichino. Mi vuol dire che per sbirciare dentro la mia scollatura mi paghereste cento euro?

Lui annuisce ride e continua a spogliarla con lo sguardo.

Senza pensarci su troppo la prosperosa Olga abbassa il reggipetto e gli mostra le sue grazie. Prende veloce la banconota e con fare furtivo se la infila in tasca. Paga del baratto prende la sedia a rotelle per i manici dicendogli:

Ecco ora sei stato accontentato e ti farai fare il bagno senza problemi.

Il vecchio è al settimo cielo e emette dei suoni che paiono un canto di sirene, un insieme di suoni gutturali che forse erano state la melodia di una canzone.

Sei contento eh? vecchio marpione!

La notte passa abbastanza tranquilla a parte un paio di minzioni per cui lei viene svegliata con un fischio e deve accorrere all’istante ad aiutarlo.

L’indomani le sue amiche si ripresentano all’ora di pranzo.

Sai Olga abbiamo un paio di clienti in arrivo e abbiamo dato questo indirizzo come riferimento. Non ti spiace vero? Non ti arrabbiare dai così oggi stiamo un po' assieme. Vero che ci impresti una camera? Tanto sei qui da sola col vecchio. Ce ne sono tante qui di camere, lui manco se ne accorgerà, siamo ragazze silenziose e riservate. Dai poi ti diamo una mancia.

Ma siete pazze! Se arriva il dott. Simone mi ammazza, mi licenzia in tronco.

Ascolta ormai i clienti vengono qui e oggi va così. Domani vediamo- risponde Oxana.

Olga riflette velocemente e sentenzia:

Allora mi dovete cinquanta euro a cliente anche perché poi mi tocca pure pulire per bene le camere e cambiare le lenzuola.

Affare fatto, brava amica, così mi piaci. Ora ti riconosco: sei tornata la indomita ragazza che eri in patria.

Svetlana si infila nella cucina per aprire il frigorifero stracarico di masserizie: toglie alcune confezioni e si mette a preparare una zuppa con del lardo.

Oggi si mangia ucraino, come a casa. Chiama anche il vecchio e muoviamoci che poi ci dobbiamo preparare io e Oxana.

Ragazze – sentenzia seria Olga – speriamo bene.

Finito il pranzo le ragazze spariscono nel reparto notte e mentre, finite le pulizie, sta riportando Adelchi in salotto le compare di fronte Svetlana con una guepiére in pizzo nero completamente trasparente, tacchi vertiginosi e una vestaglia in seta rossa aperta sul davanti.

Alla sua vista il nonno inizia a ululare, si dondola avanti e indietro allungando le braccia verso la ragazza e si dimena nel tentativo di scendere dalla sedia per toccarla.

È impazzito, me lo state tirando scemo – dice quasi divertita Olga.

Di lì a poco anche Oxana si presenta con una tunica in voile rosa impalpabile che non lascia nulla alla fantasia.
E io? Ti piaccio io? – dice rivolta all’anziano ormai fuori controllo.

Bela bela bela bela uuuuuhhhhhhhh – dice – bela bela bela…

Sul più bello un campanello irrompe nell’aria e richiama l’attenzione di tutti.

Vado io a aprire – afferma la badante preoccupata dall’eccessiva eccitazione del suo assistito.

Alla porta si presenta niente meno che il dott.Simone in persona.

Buongiorno Olga tutto bene? Ho avuto un cambio di programma: non sono più partito e ho pensato di passare a veder come sta andando visto che ho un appuntamento con una mia cliente qui vicino.

La donna si ricompone velocemente dalla sorpresa e facendolo entrare dice a voce alta in ucraino:

Ragazze è arrivato il nemico, nascondetevi.

L’uomo la osserva con fare interrogativo e lei subito gli spiega che è un tipico saluto di benvenuto che si usa dalle sue parti.

Il padre udita la voce del figlio spinge la carrozzina fino quasi all’ingresso cantando una delle sue melodie incomprensibili.

Bela bela – afferma felice rivolgendosi a Olga.

Mio padre pare proprio felice di averla qui vedo.

Si si lui contento me con lui, io qui per lui – risponde lei fiera del complimento

Sa Olga devo incontrare una sua compaesana ucraina ora, si chiama Svetlana.

Oddio si sente venir meno, ma forse è lui uno dei clienti in arrivo?

Scusi ma abita qui vicino?- chiede Olga

Meglio ancora : vive in questo stesso palazzo. Singolare vero?

La badante ha quasi un mancamento - oddio e ora come si fa?- pensa veloce.

Adelchi felice delle tante persone in casa si spinge con la carrozzina in una delle camere ove ci sono le due donne.

Uuuuuhhhh uuuuhhhhh – ulula – bela bela……bela bela

Il figlio sentito l’urlo del padre si precipita da lui e buttando l’occhio nella camera vede sul letto sdraiata…Svetlana in lingerie succinta. Quella Svetlana.

Cosa ci fai qui? A casa di mio padre? Sul letto, in mutande?

La donna non si perde d’animo e gli va incontro con fare navigato:

Sono qui per il tuo piacere e tuo padre non è mai stato tanto bene come ora – nel frattempo lo mette a sedere sulla sponda del letto e inizia ad aprirgli la giacca per poi sciogliergli il nodo della sua cravatta.

Ma non è possibile, qui ora in casa mia con mio padre che guarda

No problem chiudiamo la porta e io …ti porto in Paradiso – dice tintillandogli i lobi dell’orecchio.

No e poi no, mi hai detto che avevi un appartamento tuo per ricevermi, ma questo è il mio.

Ssshhhh, zitto buono rilassati che ora ci pensa Sve a te.

Il padre nel frattempo si gode la scena e dondola leggiadro sulla sua sedia, divertito dalla scena. Olga accorre subito in aiuto, spinge la carrozzina in salotto e mostra un po’ di coscia all’anziano:

Ora io non volere soldi – gli dice alzando un altro po’ la gonna – tu come tuo figlio: tanti ormoni in corpo. Guarda che dopo ti faccio un buon brodo.

La badante si accorge che Oxana sta aprendo la porta a qualcuno e infatti arriva … il secondo cliente.

Oddio e ora? – le dice in ucraino – prendilo e tappatevi in camera poi restate lì finché non te lo dico io.

Spariti alla vista lei prende un olio da massaggio e lo spande sulle gambe del suo assistito. Lui si lascia fare felice all’idea che la sua casa si sia trasformata in una casa d’appuntamenti.

Con un ghigno sulla bocca pensa tra sé e sé:

Mio figlio sta toccando il cielo con un dito con Svetlana che è una seria professionista, Oxana si dà da fare per mettere a suo agio il nuovo arrivato, Olga è superlativa e mi massaggia come da tempo non mi capitava.
A me conviene continuare a fare il rimbambito così siamo tutti …felici e magari ci scappa qualcosa …anche per me!

E vissero felici e contenti.

 

 

 

 

La badante indomita                                                                                   by grace baldissera

 

 

            

 

Olga nella confusione di una grande stazione invasa da gente indaffarata e presa dai propri orari, scende da un treno interregionale dopo oltre un giorno di viaggio e di coincidenze rincorse. 

Non ha troppa dimestichezza con l’italiano e questo non l’agevola nella ricerca delle uscite. 

Sente addosso la stanchezza del viaggio. In quella confusione che la attornia si sente come  fosse stata gettata in un frullatore: viaggiatori ansiosi, confusione valigie, gente che guarda e gente distratta che bivacca, su tutto i rumori striduli delle rotaie che le comprimono la mente. 

Stringe forte a sé borsa e valigia contenta di essere almeno arrivata a destinazione.

 

            Che bordello di gente. Chissà se sono venuti a prendermi come eravamo d’accordo, è vero che sono in ritardo ma dio mio non mi lasceranno marcire in questo carnaio, verranno pure a prendermi. Devono venirmi a prendere – pensa infastidita dal ritardo e agguantando il suo cellulare per chiamare il numero del suo nuovo datore di lavoro. 

 

Intanto assapora il sapore della metropoli: odori a lei inconsueti, bar dalle offerte di cibi invitanti, vetrine con file di libri in bella mostra e dalle scritte a lei incomprensibili, volti dalle sembianze marcate e dalla pelle più scura rispetto alla sua Ucraina.

 

Ho bisogno di questo lavoro e loro hanno bisogno di me - pensa.

 

 Avanza  seguendo la corrente di chi è scesa dai treni e si incammina verso le porte di accesso. Allunga il passo e si avvicina all’uscita quando di fronte a lei si piazza un uomo della sua altezza, brizzolato, un bell’uomo con folti capelli castani. In mano ha un berretto rosso, il segno convenuto per ritrovarsi e lei lo riconosce dal selfie che si erano scambiati qualche tempo addietro.

 

Olga è lei vero? benarrivata. Sono io, il dott. Orsenigo. Ha fatto un buon viaggio?

 

La donna lo squadra un filo incuriosita e cercando a fatica le parole gli risponde:

grazie grazie si tutto buono. Io felice  che sono qui.

 

Bene, mi dia la sua valigia che ho qui l’auto e andiamo direttamente da mio padre, La sta aspettando e non vede l’ora di conoscerla. Comunque io sono Simone e mio padre si chiama Adelchi così lo può già chiamare per nome quando lo vede. La volevo informare che la badante prima di lei se ne è andata senza dare alcuna spiegazione, ma credo solo che avesse poca pazienza invece con papà ce ne vuole molta di pazienza.

 

Una strana coppia non c’è che dire. Lui abiti firmati e macchina lussuosa, lei fianchi larghi, prosperosa e vestita con una immancabile giacca a vento. Intorno viali alberati, macchine eleganti parcheggiate di fronte a portoni dagli ingressi fatti di marmi e stucchi.

 

Sono ricchi. Almeno sto tranquilla che mi pagano – pensa la donna.

 

All’ingresso della casa la figlia di Simone, una ragazza esile piccolina e con una folta criniera, la fa accomodare con fare asciutto. La accompagna nella sua camera o meglio in quella che sarebbe divenuta la sua stanza. Si vede che era abituata all’iter di inserimento delle nuove badanti.

 Olga, vero? Disfa pure la valigia, questa è la tua stanza e mettiti in abiti da casa che poi ti porto dal nonno.

 

Entrando nel salotto scorge una sedia a rotelle dove si trova seduto il nonno. Gli si avvicina  ma il vecchio non si muove. Adechi buongiorno, mio nome Olga- dice tendendogli la mano.

 

Olga – dice Simone – guardi che mio padre non ci vede molto, è  pure un po' sordo e in ogni caso si chiama Adelchi, con la elle.

 

Si si capito. Io chiamo Olga e vengo da Ucraina. Io già lavorato qui Italia, ora contenta di sono tornata!

 

L’anziano in quel momento la mette a fuoco, si rivolge a lei e sfoderando un sorriso da seduttore le fa cenno di avvicinarsi.

 

Bela bela  – dice sfregandosi le mani per scaldarle.

 

Olga non è una grande bellezza, un filo tarchiata e non troppo alta è però molto femminile, ha le forme belle piene di chi mangia pietanze grasse e su tutto un seno procace che spinge sotto la maglia rossa che indossa. Ai piedi ha già un paio di ciabatte da casa che la accompagneranno nei giorni a venire. Il vecchio pare gradire assai la nuova arrivata.

 

Bela bela – dice con insistenza il nonno.

 

Papà lasciala stare un attimo che le faccio fare il giro della casa, così almeno si orienta qui dentro. Olga mi segua per cortesia.

 

Adelchi vedendola uscire dalla stanza lo prende come un affronto e inizia a fischiare.

 

Olga quando mio padre fischia è perché è incazzato, lo tenga a mente.

 

La povera ancora stanca e affamata dal viaggio approda in cucina ove troneggia un bel cesto pieno zeppo di frutta. Vedere tanta abbondanza le strappa sempre un sorriso. Quello che la terrorizza è il non avere di che mangiare, avendo già patito abbastanza la fame nella sua vita e ora vuole solo strafogarsi di cibo. 

 

            Io brava cucinare anche per vostro papa, lui pochi denti e io fare minestre e pappe molli buone per lui.

 

            La nipote poco più che adolescente sentendo il menù storce il naso, per fortuna lei se ne sarebbe tornata a casa col padre e non avrebbe gustato le pietanze della ucraina. Ne è molto felice.

 

            Questo è il bagno di mio padre e per lei ce n’è uno di servizio vicino alla sua camera. Diciamo anche che mi aspetto che mio padre sia sempre pulito e cambiato di tutto punto ogni giorno e che la casa sia tenuta a regola d’arte, sa è una casa che vale molto in questa zona – dice Simone impettito.

 

            Olga si chiede cosa significhi vale la zona. La casa è spaziosa e luminosa, la sua camera pure e per lei quello è sufficiente. Poi le sovviene una domanda:

 

            Io andare a fare spesa, tu lascia me soldi per comperare cibo – dice forte e chiaro rivolta a Simone – io porta te scontrino e tu controlla.

 

            Simone ormai avvezzo alle varie badanti che si erano succedute in quella casa le confessa:

 

Certo che vai tu, posso darti del tu, vero? Olga non ti lascio senza cibo ne senza soldi, tranquilla fai il tuo lavoro come si deve e avrai tutto quanto pattuito. Mi raccomando solo una cosa però: non portare in casa gente, amiche tue ucraine romene e neppure amici maschi e bambini. Mio padre deve stare a riposo in questo periodo della sua vita, voglio che resti tranquillo e meno gente vede meglio sta.

 

Ormai la donna si sente già a suo agio, loro se ne stanno per andare e lentamente prenderà possesso della casa rimanendo da sola col nonno. Intorno a lei oggetti di valore, file di quadri che riempiono le pareti, specchiere grandi e dorate tutte da pulire. Per terra un marmo chiaro da tirare a lucido ma non si perde d’animo.

 

Ce la farò

 

 Intanto che finisce il tour della casa ha in mente una cosa :

 Appena escono chiamo la mia amica Svetlana e vediamo se mi raggiunge qui, così magari mi spiega bene come gira da queste parti e dove prendere un bicchiere assieme. Anzi chiamo anche Oxana così facciamo un bel trio.

 

Olga chiude fuori i vari parenti e va diritta in salotto. Il vecchio è seduto sulla sedia a rotelle coperto da un plaid. Lui con la mano le fa cenno di avvicinarsi.

 

Eccomi eccomi, tu ha sete? Caldo? Fredo? Deve andare bagno?

 

Il vecchio Adelchi però non la sente, la fissa e le guarda con insistenza la scollatura abbastanza pronunciata. Allunga la sua mano tremante spostandosi in avanti e rischiando di cadere dalla sedia. Infatti questa inizia a scivolare lentamente all’indietro. Olga intuisce la scena e lo abbraccia afferrandolo per la vestaglia. Il nonno si trova la faccia immersa tra i suoi seni e ha un sussulto.

 

            Ah allora non ci sente con le orecchie ma con la pelle reagisce bene – pensa divertita. 

 

Adechi ora porto te camomilla calda e vado a prendere mio telefono – gli urla uscendo dalla stanza per andare in cucina. Con il suo vecchio cellulare cerca il numero delle sue amiche e le trova entrambe. Felice di ricongiungersi a loro le invita a richiamarla il giorno seguente. 

 

            Quella prima giornata passa lenta. La casa è enorme, porte ovunque che danno su anticamere bagni e studi. Solo di camere da letto ce ne sono più di quattro.

Avendo trovato nel frigo cibo in abbondanza si dilunga a mangiare e a preparare una passata per il vecchio. 

Per la notte lo pulisce lo cambia e gli prepara il letto. Lui si lascia fare, fiducioso nel futuro.

 

            L’indomani le sue amiche si danno appuntamento da lei a mezzogiorno, entrambe sono libere da impegni di lavoro e decidono di pranzare con Olga in quella lussuosa casa.

 

            Olga sono così contenta che tu sia tornata in Italia anche perché noi stiamo guadagnando tanti soldi qui

In effetti la badante nota che le sue amiche sono vestite con abiti lussuosi, vestiti con profili di raso luccicante, ingioiellate e con capelli e unghie in ordine e perfettamente laccate di fresco.

 

Ragazze vi vedo bene. Avete tutte e due il giorno libero oggi? Ma i vostri vecchi non li curate più?

 

A dire il vero noi ci siamo riciclate, cara amica. Il lavoro da badante è faticoso, sporchevole, mal pagato eppoi qui c’è tanta richiesta di …escort. Noi facciamo le escort: lavoriamo quando vogliamo, con chi vogliamo, c’è tanta richiesta e lo facciamo nei motel o negli hotel dei clienti. Loro ci pagano profumatamente. Lavoriamo online per fissare gli appuntamenti e poi..via libera alla fantasia più sfrenata!

 

Olga non crede alle sue orecchie. 

 

Escort, ora si chiamano così? Meretrici sono diventate -   pensa

 

In quel momento il nonno fischia e lei lo raggiunge di corsa per vedere quale è il problema. Le sue amiche la seguono e quando il vecchio vede tante giovani femmine tutte insieme inizia a dondolarsi sulla sedia a rotelle. Rimane letteralmente a bocca aperta anche perché le scollature si sprecano, gli spacchi lasciano intravvedere gambe affusolate e morbide, i tacchi sono degli alti spilli che si conficcano nel marmo: lui non poteva desiderare di meglio. In quella casa non erano mai entrate tante belle donne in un colpo solo.

 

Bela, bela, bela, bela, bela, aaaaaahh, bela, bela, bela, aaaaahhh – continua a ripetere.

 

Ragazze al vecchio sta per venire un coccolone: sarà meglio che ve ne andiate sennò tra un po' sono già senza lavoro.

 

Svetlana e Oxana fanno le smorfiose ma avvicinandosi a lui lo accarezzano: una sulla mano e l’altra lieve sulla testa. Il vecchio annusa inebriato il dolce profumo delle due donne e con la mano cerca di toccare la gamba di Oxana che veloce arretra e si mette a ridere.

 

L’anziano Adelchi è ancora carico di ormoni mi pare di capire – dice divertita.

 

Eh sì – dice Svetlana – se fosse un filo più giovane potrebbe diventare un nostro affezionato cliente. Gli farei anche lo sconto per la simpatia.

 

Ragazze ma cosa dite? Non vi vergognate neanche un po' a dire queste cose di fronte a un invalido?

 

Veramente il richiamo della natura ce l’ha ancora eccome e secondo me è pure disposto a cacciare del grano in cambio di qualche...toccatina.

 

Ora basta ragazze, vi saluto e vi rimando a casa. Lasciatemi ora così posso fare il mio di lavoro, quello per cui mi pagano da badante. Dai ci vediamo domani e datevi una calmatina che io qui ci vivo e dovrò far funzionare bene le cose oltre che prendermi cura di questo anziano.

 

Se è per questo io e Oxana siamo a disposizione per aiutarti – dice una delle baldanzose ragazze recuperando la propria borsa in cucina per poi avviarsi all’uscita.

 

Una domanda Olga ma il padrone quello che ti paga quando viene qui?

 

Mi ha detto che è fuori città fino a venerdì, quindi contava di venire o sabato o domenica.

Accompagnandole alla porta le abbraccia  - dai ci vediamo domani girls, buona giornata.

 

Olga si ritrova così da sola con il vecchio Adelchi.

 

Certo che sei un bel tipo tu: ti piacciono le femmine vero? Ti piace pure allungare la mano oltre che l’occhio. Devi essere stato un bello stallone da giovane.

 

Il padrone di casa dondola leggermente e fa segno di voler spostarsi in camera da letto: apre un cassetto del comodino e le mostra cento euro. Lei non capisce. Per quale motivo mi mostra dei soldi? – si chiede

 

Cosa vuoli caro? 

 

Bela bela – dice mentre si avvicina con la testa al suo collo e le indica i bottoni della sua camicetta.

 

Ah ma allora siete proprio un birichino. Mi vuol dire che per sbirciare dentro la mia scollatura mi paghereste cento euro?

 

Lui annuisce ride e continua a spogliarla con lo sguardo.

 

Senza pensarci su troppo la prosperosa Olga abbassa il reggipetto e gli mostra le sue grazie. Prende veloce la banconota e con fare furtivo se la infila in tasca. Paga del baratto prende la sedia a rotelle per i manici dicendogli:

 

Ecco ora sei stato accontentato e ti farai fare il bagno senza problemi.

 

Il vecchio è al settimo cielo e emette dei suoni che paiono un canto di sirene, un insieme di suoni gutturali che forse erano state la melodia di una canzone. 

 

Sei contento eh? vecchio marpione!

 

La notte passa abbastanza tranquilla a parte un paio di minzioni per cui lei viene svegliata con un fischio e deve accorrere all’istante ad aiutarlo.

 

L’indomani le sue amiche si ripresentano all’ora di pranzo.

 

Sai Olga abbiamo un paio di clienti in arrivo e abbiamo dato questo indirizzo come riferimento. Non ti spiace vero? Non ti arrabbiare dai così oggi stiamo un po' assieme. Vero che ci impresti una camera? Tanto sei qui da sola col vecchio. Ce ne sono tante qui di camere, lui manco se ne accorgerà, siamo ragazze silenziose e riservate. Dai poi ti diamo una mancia.

 

Ma siete pazze! Se arriva il dott. Simone mi ammazza, mi licenzia in tronco.

 

Ascolta ormai i clienti vengono qui e oggi va così. Domani vediamo- risponde Oxana.

 

Olga riflette velocemente e sentenzia:

 

 Allora mi dovete cinquanta euro a cliente anche perché poi mi tocca pure pulire per bene le camere e cambiare le lenzuola.

 

Affare fatto, brava amica, così mi piaci. Ora ti riconosco: sei tornata la indomita ragazza che eri in patria.

 

Svetlana si infila nella cucina per aprire il frigorifero stracarico di masserizie: toglie alcune confezioni e si mette a preparare una zuppa con del lardo.

 

Oggi si mangia ucraino, come a casa. Chiama anche il vecchio e muoviamoci che poi ci dobbiamo preparare io e Oxana.

 

Ragazze – sentenzia seria Olga – speriamo bene.

 

Finito il pranzo le ragazze spariscono nel reparto notte e mentre, finite le pulizie, sta riportando Adelchi in salotto le compare di fronte Svetlana con una guepiére in pizzo nero completamente trasparente, tacchi vertiginosi e una vestaglia in seta rossa aperta sul davanti.

 

Alla sua vista il nonno inizia a ululare, si dondola avanti e indietro allungando le braccia verso la ragazza e si dimena nel tentativo di scendere dalla sedia per toccarla.

 

È impazzito, me lo state tirando scemo – dice quasi divertita Olga.

 

Di lì a poco anche Oxana si presenta con una tunica in voile rosa impalpabile che non lascia nulla alla fantasia. 

E io? Ti piaccio io? – dice rivolta all’anziano ormai fuori controllo.

 

Bela bela bela bela uuuuuhhhhhhhh – dice – bela bela bela…

 

Sul più bello un campanello irrompe nell’aria e richiama l’attenzione di tutti.

 

Vado io a aprire – afferma la badante preoccupata dall’eccessiva eccitazione del suo assistito. 

 

Alla porta si presenta niente meno che il dott.Simone in persona.

 

Buongiorno Olga tutto bene? Ho avuto un cambio di programma: non sono più partito e ho pensato di passare a veder come sta andando visto che ho un appuntamento con una mia cliente qui vicino.

 

La donna si ricompone velocemente dalla sorpresa e facendolo entrare dice a voce alta in ucraino:

 

Ragazze è arrivato il nemico, nascondetevi.

 

L’uomo la osserva con fare interrogativo e lei subito gli spiega che è un tipico saluto di benvenuto che si usa dalle sue parti.

 

Il padre udita la voce del figlio spinge la carrozzina fino quasi all’ingresso cantando una delle sue melodie incomprensibili.

 

Bela bela – afferma felice rivolgendosi a Olga.

 

Mio padre pare proprio felice di averla qui vedo.

 

Si si lui contento me con lui, io qui per lui – risponde lei fiera del complimento

 

Sa Olga devo incontrare una sua compaesana ucraina ora, si chiama Svetlana.

 

Oddio si sente venir meno, ma forse è lui uno dei clienti in arrivo?

 

Scusi ma abita qui vicino?- chiede Olga

 

Meglio ancora : vive in questo stesso palazzo. Singolare vero?

 

La badante ha quasi un mancamento  - oddio e ora come si fa?- pensa veloce.

 

Adelchi felice delle tante persone in casa si spinge con la carrozzina in una delle camere ove ci sono le due donne.

 

Uuuuuhhhh  uuuuhhhhh – ulula – bela bela……bela bela

 

Il figlio sentito l’urlo del padre si precipita da lui e buttando l’occhio nella camera vede sul letto sdraiata…Svetlana in lingerie succinta. Quella Svetlana.

 

Cosa ci fai qui? A casa di mio padre? Sul letto, in mutande?

 

La donna non si perde d’animo e gli va incontro con fare navigato:

 

Sono qui per il tuo piacere e tuo padre non è mai stato tanto bene come ora – nel frattempo lo mette a sedere sulla sponda del letto e inizia ad aprirgli la giacca per poi sciogliergli il nodo della sua cravatta.

 

Ma non è possibile, qui ora in casa mia con mio padre che guarda

 

No problem chiudiamo la porta e io …ti porto in Paradiso – dice tintillandogli i lobi dell’orecchio.

 

No e poi no, mi hai detto che avevi un appartamento tuo per ricevermi, ma questo è il mio.

 

Ssshhhh, zitto buono rilassati che ora ci pensa Sve a te.

 

Il padre nel frattempo si gode la scena e dondola leggiadro sulla sua sedia, divertito dalla scena. Olga accorre subito in aiuto, spinge la carrozzina in salotto e mostra un po’ di coscia all’anziano:

 

Ora io non volere soldi – gli dice alzando un altro po’ la gonna – tu come tuo figlio: tanti ormoni in corpo. Guarda che dopo ti faccio un buon brodo.

 

La badante si accorge che Oxana sta aprendo la porta a qualcuno e infatti arriva … il secondo cliente.

 

Oddio e ora? – le dice in ucraino – prendilo e tappatevi in camera poi restate lì finché non te lo dico io.

 

Spariti alla vista lei prende un olio da massaggio e lo spande sulle gambe del suo assistito. Lui si lascia fare felice all’idea che la sua casa si sia trasformata in una casa d’appuntamenti.

 

Con un ghigno sulla bocca pensa tra sé e sé:

 

Mio figlio sta toccando il cielo con un dito con Svetlana che è una seria professionista, Oxana si dà da fare per mettere a suo agio il nuovo arrivato, Olga è superlativa e mi massaggia come da tempo non mi capitava. 

A me conviene continuare a fare il rimbambito così siamo tutti …felici e magari ci scappa qualcosa …anche per me!

 

E vissero felici e contenti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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