Con gli occhi cerco il suono delle stelle
e mi compari tu, oltre la pelle,
perduto già nel vento di un ricordo,
confitto nelle carni come un cardo.
Perfetta geometria fu il tuo passare,
all’ombra di un ricordo naufragare.
Ma ogni mio respiro era preghiera,
che illuminava il regno della sera.
Nell’aria respiravo sogni strani,
portandoti nel grembo, coi gabbiani
e non sapevo che eri tu a chiamare
dall’onda più brillante in fondo al mare.
Poi noi vidi fiorire a primavera
ed era alba l’oro della sera.
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