la tua rosa azzurra, la tua rosa rosa.
L’hai chiusa sotto la saracinesca
a imputridire coi tuoi domati vizi,
oh santo uomo di santo timore e
buono a pulir code dei padroni!
Anche satana ha addomesticato i suoi mastini,
e sorveglia come una pantera
il magazzino dove ponesti, ben imballate,
le tue scatole delle ragioni,
là, nella regione dell’eterno sonno dei sensi
per timide porzioni di minestre avare
a misurar respiri sui calendari
e camuffare l’odore di vita vera,
protetto tra le pareti delle tue rabbie
Oh, povero uomo qualunque
di cui un prete nero dirà,
“Lo ricorderanno come buon cristiano,
marito e padre di famiglia!”.
fremere il ruggito di zoccoli scalpitanti,
ma… Amen! Il diavolo dirà
e non dirà a nessuno di aver visto tremare
e si arriccerà i baffi, pensando
a quando gli hai venduto anche il dolore
che ti chiamava con l’odore della rosa,
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