Pubblicato il 06/04/2022 12:35:09
Senza te è un continuo inverno; inutili, le stagioni, vano il canto del ciliegio. Senza te la vita è la corsia di un pallido ospedale dove trascino la mia invalidità, tra davanzali di rose di cenere. E’ notte, senza te e non quella che commuove i poeti, ma una sfilata di vecchie, inutili ombre attorno al carillon scordato dei giorni. Perché non c’è luce senza te, non c’è pace, oltre questa feroce agonia che d’insaziata sete mi consuma l’ossa, con le ore. E ripenso ai baci traditi dall’incapacità di vedere l’oro in quel fiume che un angelo benedisse, che tu non capisti; ed eravamo noi.
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