Stinto il verde degli unicorni alati
ben s'addice alla luce stenta in basso.
Essa fioca s'allenta nel tramonto
giocando a che s'allunghino avventate
criniere di finti destrieri in corsa:
c'è una giostra che rigira nei tuoi occhi
anche i cigni ci girano insistenti
li vedi a tratti ombre, a tratti candore.
E cerco di ricordare una frase
un verso che mi pressava ieri sera:
espansosi a macchia d'olio nel sonno,
s'estinse rumore al primo chiarore.
Un verso che ti faceva sì grande
come quel palazzo di nubi pazze
che spande guglie sontuose e antenne
ardite, maestose di trame e ordito.
Un verso musicalmente celeste
costruito così ampio da ritrarti
con sfondo color glicine orizzonte
che ti effondi nota elevata a prece.
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