OMBRE *
Ombre, salate impolverate
di patrie terre devastate
scuotono inquiete le faglie
delle coscienze remote
sotto le pupille fuggiasche.
Cadute schiere dalle lor mete alate
or paiono mosse della luce pregevole
entro fiere cinte d’aura mutevole
castigate spinte
schiacciate percosse
larve fuggiasche
da immote Moire impietose
per miglia e miglia scosse.
Sono spenti gesti, ceneri di stenti
che a novelli incendi vanno veloci
sperdute ciglia pelli vesti voci
dalle volute numinose
intrecciate ombre
d’umanità paurose.
* A S. I., ragazzo dell'Afghanistan e a S. R., madre di Aleppo.
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