Pubblicato il 01/08/2022 08:59:32
Vango memorie con l’aratro, contadina acerba di fuochi. Ecco laggiù una pallida stella, un presepe a forma di nuvola… Ogni bacio impresso (o solo immaginato) s’appende alla carne come uno sbuffo. Le solite cantilene. Il mare è triste come un cucchiaio, nei brodi dei vuoti galleggia Medusa, nella mia gola ci ha messo serpenti. Un tablet spento, l’albero. oh Ifigenia! oh Andromeda! oh Danae! oh Medusa! Quanto ancora dovrete aspettare, la spiga schiantata resuscitare?!
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