Porto la mia spina con inclemenza,
trafitta dal ricordo
della rugiada che non conobbi.
Già, prima del mio tempo,
i soli falciavano la terra
coi sudari dei braccianti.
L’eccelso e l’imo mi braccavano,
di luce riflessa tra mille, splendenti fuochi,
e fu il pensiero, quel pensiero,
che mi salvò dalla macina dei giorni
a macerare destini stanchi
all’ombra di invalidi santi.
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