Se mi capita di pensarti
subito dico: è uno stupido vecchio,
un mercenario della più squallida vacuità.
Eppure, com’è che tu aprivi i pori
nella pelle,
sovvertendo i visceri, in anarchia
fino al puro, denso fuoco
che, dalla schiena, risaliva
fino all’affondo
nella più esaltante follia?
Non so.
Come non so
com’è che la bellezza mi opprimeva
riflessa nell’ombra torbida dei tuoi occhi
di cristallo tagliente
e verginale il mio cuore fremeva
tra le tue dighe scassate, i pesci morti
tra i rottami di una stupida vita.
Non so.
E’ che qualcuna, l’altra me,
è rimasta lì
ad aspettarti.
Come una sposa.
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