
Squallida è la dimora dei poeti
libri ammucchiati in pile,
impolverati,
storie di disperati,
di illusi con l’animo avvilito
per un amore che nel cuor sboccia
che in altro cuor, ritarda, non matura.
E un nuovo grido dalla gola sale: “Oh natura,
perché di tanto inganni i figli tuoi”?
Ma poi il cuor ti chiede: “Cosa vuoi?
Contro natura corri e tu lo sai
dove tu corri sol da solo vai.
E ti disperi che il tuo amor si scioglie
in questo mar Tirreno indifferente
che a chi lo dai lo ignora e non lo coglie
che l’urlo tuo si sperde sopra l’onda
che sulla spiaggia poi sparge e l’affonda
tra questa sabbia piena di refusi
di tronchi e rami tra la rena fusi,
d’alghe strappate dal profondo mare
sparse come preghiere sillabate, oranti,
lacrime secche su volti agonizzanti.
E tu ancor doni il tuo amore a chi lo nega
a chi a ragione non lo può accettare,
t’ostini e insisti,
capir non vuoi l’altrui tormento
quelle carezze che tu cerchi e dai
tutte, tutte via le porta il vento
le affoga in mezzo a tanti seri guai.
Ora ti sfoghi, versi arrabbiati spargi,
su questo schermo freddo incidi,
quasi graffi,
sfoghi così la tua impotenza ed il rancore
che prende il posto del tenero tuo amore
e dalla mente la passione escludi,
solo la delusione in cuore chiudi.
Salvatore Armando Santoro
(Boccheggiano 19.12.2022 – 10:38)
- Nella foto: un angolo della mia stanza
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