E cosa ne avremmo mai potuto sapere noi,
due perduti tulipani notturni,
che il sole non ci avrebbe baciato
ma attaccato con chiodi
alle piante tanto amate
senza radici?
Come potevamo pensare di essere alberi
quando eravamo colombe senza ali?
Siamo andati al mare ma eravamo terra e fuoco...
abbiamo visto sotto
la superficie grigia di dolore nero e baci gialli,
e martelli sui modi di essere.
Hanno modellato i futuri.
Quelli che sarebbero arrivati.
Guardami mentre non guardi.
So che lo fai. Ti vedo.
Vuoi colori? Calore? Guardami.
E cosa ne potevo sapere io,
che ti prenderei la mano rosa
per metterci dentro una biro blu
e accompagnarti sul foglio delle tue emozioni
per farti scrivere
i tulipani nuovi e le carcasse vecchie
con le tue mani.
Mentre ti sussurro galassie di cielo
e nuovi orizzonti che tu stai scrivendo
con la mano come foglia.
Foglia di pino, sempreverde.
Per poi avere la tua
che prende la mia e dipinge,
crea scalinate sui destini
e cantine muffose sui passati.
Niente che tu non possa fare.
Io imparo.
E poi si dipinge il presente drammatico.
La tua mano è di marmo.
Il mio cuore liquido.
Disastro meraviglioso e fugace.
Ne ho fino a domani.
E se vuoi fino al domani.