Nei romanzi, quasi sempre,
l'eroe torna a casa,
suona un citofono
e magari ha in mano un souvenir;
un gadget del sexy shop
o la foto di papa Francesco
che fa moine a un moribondo.
Ma poi ci sono quelli
dalle rotture inossidabili
come i panini del Mc,
che perdono turbine per strada
e stanno come un insulto,
poltiglie di ghiaccio
agli angoli di pericolosi perchè.
Nessuno accenderà loro un fuoco,
al ritorno,
ed è un disastro
l'orgoglio,
quando l'ebrezza della libertà
vorrebbe costringerti
a strapparti la pelle
strapparti il passato
il Dna,
meticciato ormai col brivido
tagliente
dei tanti occhi aperti
su un mondo cieco.
Quelli come me,
tronfi come Messalina o Cleopatra,
hanno avuto amori al veleno
solo per il gusto
di resuscitare i lupi
dalle prodigiose alture del cuore.
Quelli come me
non hanno chiavi del paradiso
dove sprecare litri di camomilla
e non barattano
il ruggito con un falsetto di santo
solo per non vedere,
non sentire,
non vivere.
Non tornano,
quelli come me.
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