Pubblicato il 05/12/2007
Non me ne sfugge una di quelle scritte lungo i corsi della città; di quelle che imbrattano l’intonaco di un palazzo, il cemento armato di un sottopassaggio, l’interno di un locale.
Amo fare passeggiare lo sguardo tra le famigerate scritte sui muri presenti in ogni città: dichiarazioni d’amore, messaggi che lasciano intendere un’avventura che inizia, motti, frasi tratte da libri, da film … le altre … di cattivo gusto … le evito di proposito!
Ma queste, così pittoresche e così, al tempo stesso, sopra ogni confine, così trasgressive … queste mi piacciono molto e mi portano a spasso con loro a sognare, a perdermi tra sentimenti adolescenti di giovani uomini, a scoprire misteri che il tu a tu renderebbe difficile o quanto meno imbarazzante! Mi piacciono queste scritte sui muri e adoro guardarle mentre l’autobus si ferma, mentre attendo il treno, quando la macchina corre veloce tra le vie del quartiere.
Esprimono qualcosa! Qualcosa – forse – di quella città!
Così un giorno me ne stavo in giro con l’auto aziendale, una panda bianca di almeno 10 anni fa, a recarmi d’urgenza a trattare d’affari con un dirigente di una grande azienda.
“Mi trovo a Palermo” – pensavo – “ ho lasciato tutto e non faccio altro che lavorare. Sognavo di salvare l’umanità con la mia radicalità, con l’audacia che credevo di avere e invece … faccio il l’impiegato”.
“ … e poi la fraternità, la causa per cui avevo deciso di giocarmi tutto, è sempre meno presente tra gli uomini ed io … qui a perdere tempo”.
Poi come al solito un ingorgo. Non ci fai più caso agli ingorghi quando ti abitui a vivere a Palermo. Lancio lo sguardo su uno scarabocchio impresso su un muro di Via Umberto Giordano, nei pressi di una delle stazioni ferroviarie della città. Ne scorgo i caratteri alfabetici che lasciano intendere una scritta! Una delle tante in una città come Palermo. Stropiccio gli occhi e leggo “NON SI VEDE BENE CHE COL CUORE, L’ESSENZIALE E’ INVISIBILE AGLI OCCHI”. Mi piace, mi fa meditare, mi suscita – addirittura – entusiasmo! Anzi mi folgora … come quando sei assetato e trovi un’oasi, una fontana. Cercavo un segno e lo trovavo tra le sillabe banali tratte da una frase di un romanzo del secolo scorso! Scritte su un muro per giunta. Quelle parole mi restituiscono il senso ed il perché della mia presenza in Sicilia, a Palermo: non è un’utopia quella per cui avevo deciso di giocarmi il tutto per tutto! Era l’unica cosa sensata per cui potessi vivere per davvero. La fraternità, l’unità della famiglia umana. Bastava soltanto guardare le cose col cuore, senza razionalizzare all’eccesso e diventare pessimisti! Un buon allenatore non potrebbe vincere nulla senza quella sana incoscienza che gli suggerisce di rischiare tutto nonostante lo 0-2 dei primi 45 minuti … se non sa guardare al di là degli eventi negativi, se non sa sognare. Il sogno, appunto, è l’inizio del rischio, il punto di partenza dell’avventura, il punto di appoggio per i progetti più nobili ed affascinanti. E’ il cuore che muove i sognatori, i mistici, coloro che hanno un’idea per fare migliore l’umanità … è il cuore che suggerisce loro i insistere nonostante tutto attorno dica il contrario. E’ il cuore il motore che fa cogliere l’indecifrabile, gli ideali più nobili perché … l’essenziale è invisibile agli occhi… appunto! Il cuore lo vede, lo coglie e lo porge alla mente per farne carne.
Chissà se Antoine De Saint-Exupery (l’autore del romanzo “Il piccolo principe” da cui è tratta la frase “ … l’essenziale è invisibile agli occhi …”) sapeva di tracciare una via di luce per l’uomo contemporaneo. Non so darvi una risposta ma quel che è certo è che da allora di quelle scritte sui muri non me ne perdo più neppure una.
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