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Ciò che resta

di Vincenzo Corsaro
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Pubblicato il 03/03/2025 11:41:33

A lungo ho camminato con scarpe chiodate sulla mia anima,

ad ogni passo l'eco di uno scricchiolio

ne calpestava i pezzi sul sentiero,

frammenti sparsi su un'esistenza vuota vissuta nella terra di nessuno.

Nere bende cingevano i miei occhi, cieco a ciò che mi circondava,

indifferente alla vita e ai suoi profumi.

 

I cieli si aprirono con un gran fulgore per annunciare la tua venuta,

o Onnipotente.

Hai voluto punirmi, armando la tua mano,

non con lame di fuoco,

ma con il più bello dei fiori di loto,

colto in quell'angolo di mare dove si specchia la prima stella del mattino.

 

L'hai adagiato sul mio sentiero, il suo splendore ha sciolto le bende sui miei occhi,

con mani tremanti l'ho colto, i suoi petali hanno accarezzato il mio cuore,

la sua fragranza riempito la mia anima.

 

Il cuore cantava e le emozioni prendevano il volo,

la luna sorgeva di giorno e il sole di notte,

e se la notte apparivano comete e si verificavano prodigi celesti durante il giorno,

era l'amore che avevi portato nella mia vita,

ma anche la più tremenda delle punizioni.

 

E come me l'hai donato, così me l'hai tolto,

trascinando la mia anima fra i rovi del silenzio.

Il mio dolore perforava il cielo facendo sembrare impercettibili tutti gli altri.

La cima si trovava ben oltre i silenzi che beffavano l'attesa

con la promessa di una parola che non giungeva mai.

Hai voluto punirmi per la mia cecità,

 

anima vuota, uomo sordo, corvo stolto

che sempre distrugge ciò che ama,

 

facendomi piangere per l'amore perduto,

lasciando che il signore del caos governasse il mio animo,

incapace di spiegare le vele ammainate senza una guida

e inerme andando alla deriva

arenandomi fra le secche della vita.

Ma oggi, fra le nebbie dell'oblio,

ho visto un essere accanto a me

e con orrore ho capito chi è.

"Smetti di guardare attraverso i miei occhi,

smetti di pensare attraverso la mia mente,

ciò di cui hai bisogno non è sempre ciò che vuoi",

ho urlato allo sconosciuto che era in me,

tremolò e scomparve avvolto da ali invisibili.

 

Dal più profondo silenzio,

una leggera brezza spiegò le vele della mia anima

conducendola dove c'è sempre quel senso di luce,

proveniente da ovunque e nessun luogo,

come se l'oscurità risplendesse.

E' un fiume ciò che resta di me in quel luogo,

l'amore la riva che lo contiene e lo guida,

dove ogni storia è il riflesso di un filo della mia vita.

Fermati ad ascoltare il calmo e liquido incresparsi di quelle acque

se passerai da quel luogo...


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