Pubblicato il 04/03/2025 11:03:00
Non ho mai inteso del tutto nei métro l’esagerata riservatezza da Parigi a Napoli a Milano quella che assumono certi impettiti personaggi uomini donne persino ragazzini chiusi in una triste solitudine con lo sguardo incernierato lontano teso solo a un cosmetico apparire.
Tu invece con trascurata compitezza porgendo le terga a una signora âgée cantavi arie verdiane davanti a me: -Bella figlia dell’amore schiavo son dei vezzi tuoi con un detto un detto sol tu puoi le mie pene le mie pene consolar...-
Cantavi romanze melodiose e dal ridere io morivo all’espressione sui visi dei vicini che lasciavano i loro sorrisi fuggire sulle rotaie rumorose li inabissavano nel buio immenso e vacuo dei finestrini.
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