Quando mi alzerò, Gil, con una certa
cura, vorrei sentirti a squarciagola
urlare ti occupo il posto nudo
col quale dicevo mi paro il culo.
Vieni, sediamoci sull'orizzonte
a molo, slegati dall'ormeggio
dei passi, come si pensano già scritti.
Girano voci ad onde per il motore
del mare fuori regime: accelerando
lo scirocco conta i pescatori ancora
sulla cresta dei nodi. (Pochi per tanto
a bordo, e potrei aver preso un granchio
con la retina degli occhi.)
Lì si troverebbe mio padre, ma là
non ci sarà il tuo. Quel posto
è vuoto, aggrega nessuno e tutti.
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