Ovunque vada, ovunque guardi,
qualsiasi cosa ascolti o dica,
mi sento fuori posto.
Ormai questo mondo mi è estraneo,
non mi appartiene,
non mi vuole
ed io non lo voglio.
Come sarebbe bello chiudere gli occhi
e svegliarsi in uno dei mondi che sognavo da bambino.
Ma quali mondi sognavo?
Non ricordo d’essere stato bambino,
non ricordo d'aver vissuto,
in fondo non ricordo nemmeno chi sono.
Ma allora perché ho questo dolore che mi dilania?
Non mi lascia mai,
vive anche nei sogni.
Perché?
È una punizione?
E mi chiedo cosa mai possa aver fatto
per meritare tutto ciò.
Mi guardo intorno
e mi dico che la vita è un carnefice
che non guarda in faccia nessuno,
siamo come burattini nelle sue mani.
C'è chi vuol stare solo
e chi vi è costretto,
chi è amato da chi non ama
e non amato da chi ama,
chi vorrebbe veder la luce di un sorriso sulle labbra
e le lacrime glielo spengono,
chi vorrebbe ali per volare
ed è costretto a strisciare,
chi vive in un inferno circondato da mura
e non può fuggire,
chi cerca un po' di pace
e non riesce a trovarla,
chi aspetta e non smette mai di sperare.
Intanto vivo in questa tomba che è la vita,
col dolore,
l'unico compagno che non mi fa sentir solo,
l'unico che mi coccola, accarezza,
l'unico che mi fa sentire vivo mentre muoio
e mentre giorno dopo giorno,
invano,
aspetto....
E mentre aspetto, depongo il mio cuore,
agnello sacrificale,
sull'altare della speranza
che un giorno non lontano
un'anima venga a prendere per mano la mia...
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