Pubblicato il 08/06/2025 11:39:01
La gente che incontro guarda la chimera che mi pende dal corpo e son ricurva dal peso che porto. Suona qualcosa da dentro come avessi corde di violino scordate ma fingo di scordare parole taglienti, che il lino tra le dita mi ha spifferato ora son tutta sfilata. Non è più quel bel garrire che avevo della rondine in corpo. È un malore la luce irradiata sul capo che mi ha sfiancato, non son più me stessa a distorcermi tanto. Passerò al clandestino verso infisso sui muri con una sigla e sarà abbastanza.
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