Mea culpa dice piano,
poi si guarda un po’ la mano.
Ha mentito a colazione,
alla cena e in processione.
Bugie bianche, blu e nere,
sulle amiche, sulle sere,
sulle gite, sui parenti,
sui diplomi inesistenti.
Ogni volta un bel sospiro,
non l’ho fatto, ma deliro.
Son bugie così leggere,
lievi piume di piacere.
Mea culpa, tre al minuto,
ma il peccato non è muto.
Fila via come un serpente
nella borsa trasparente.
Al mattino altra invenzione,
alla sera, remissione.
Va all’altare tutta mesta,
la coscienza le fa festa.
Alla fine, il cielo muto,
non risponde a niun saluto.
Una voce dal profondo:
prima smetti, poi il secondo.
N.d.A.: Puramente casuale, ogni riferimento a persone e fatti. Felice lettura e buona riflessione.
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