Pubblicato il 06/08/2025 12:50:53
Malevolo legno fu il suo andare un venire, in controluce fatto uomo ogni eccedenza mandò altrove o spense il bottone. Vedevo tra le piaghe dei tronchi vagando per boschi, uccelli dai singhiozzi dolenti lenire col becco scorze dure tra piume. L'aria, respiro in gola, calura sofferta in pausa estiva. Cicale ai bordi di tenerezze mi davano vertigini, un ascolto diafano dentro. La vita. L'uomo curvo pareva olmo, bruni i desideri volavano alti, e tante volte ero a lui vicina. Contorna con bacche, disse una voce, la traccia del bacio sul piede e zoppica appena per sfiorare l'incanto. Il bosco era grande per le sue strette dita, era di legno, odorava di muschio, sempre lui il mio pensiero.
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