Nel marmo vivo un’anima riposa,
velata luce in fragile respiro,
sembra la statua farsi dolorosa
ancor tremando nel suo martirio.
Il velo scende lieve come un pianto,
trasparente dogma scolpito in fede,
svela il divino in un silenzio santo
che oltre la morte all’alma forza chiede.
Mano d’artista, dono d’eternità,
Sanmartino nel segno diede vita
ad un corpo spento in piena verità
che sembra vero, di pietra scolpita.
Nella cappella il sacro incanto splende,
Napoli serba il Cristo nel suo cuore,
miracolo d’arte che mai si arrende,
eco immortale di bellezza e amore.
N.d.A.: L’opera marmorea, battezzata il “Cristo velato”, fu realizzata nel 1753 dall’artista Giuseppe Sanmartino ed è collocata nella cappella Sansevero, detta anche chiesa di Santa Maria della Pietà o Pietatella, uno tra i più importanti musei di Napoli.
Situata nelle vicinanze di piazza San Domenico Maggiore, la chiesa, in Via Francesco De Santics 19/21, oggi sconsacrata, è attigua al palazzo di famiglia dei principi di Sansevero, da questo separata da un vicolo una volta sormontato da un ponte sospeso che consentiva ai membri della famiglia di accedere privatamente al luogo di culto.
Il lavoro fu commissionato da Raimondo di Sangro, principe di Sansevero, personaggio straordinario del Settecento napoletano, noto per la sua cultura, il suo ingegno scientifico e le leggende legate alle sue ricerche alchemiche.
La scultura non è solo un capolavoro tecnico, ma anche spirituale.
La trasparenza del velo diventa simbolo di un passaggio fra morte e resurrezione, tra sofferenza umana e dimensione divina.
Merita davvero di essere osservata nella pienezza del suo splendore suggestivo e altamente significativo.
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