Pubblicato il 06/09/2025 11:42:51
Non calzava che scarpe in pelle di luce, calciava col piede le pigne, stavano ferme a un sussulto , colore di rosso l'intorno, era tramonto. Il vento scrostava la lingua, piegava la schiena fino a porla in ginocchio. Guardavo figura eterea dalla pineta parevano solo dettagli di vita, affascinava l'iride nera piena di scuro feroce. Sigillai le labbra al fischio di tempesta imminente, se in specchio avessi potuto ritrarmi, avrei detto fossi io quella, nell'aria ondeggiante. Son tanti i punti di vista, i miei sono chiari presagi scintille di taglio sui polsi leggeri. Mi riconosco con la magia e cadono una sull'altra le stelle spostate pensandole troppo, tante piccole anime a me care da tempo, partite.
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