Raccontava Jean Louis che salire in cielo
è scoprire l’altra parte dell’essere in scala.
A Mauritius, Jean Louis era un bell’animatore:
crisostomo dal microfono in avanti, ma a bassa voce
una larva di spiaggia ben messa stava divorando
il tempo che gli serviva per raggiungere l’aereo.
Da un lato acqua a perdifiato e a misura
quel colore in alto da onde corte. Là cambia
la prospettiva degli orologi, gli occhi diventano
lancette e galleggiano nell’eterno. Ci sta
che l’eternità sia il mal d’Africa cosmico:
quel mantice che soffia ed aspira quanti
e più coevi tornerebbero eredi. Però lui
sentiva di essere effimero ed evanescente
di fronte alla terra. L’ora di chiarezza in una
vastità di bui che scopriamo accesi da sè.
Godine, diceva, adotta la risoluzione del melo,
tanto frutta e le sottigliezze restano nei denti,
ossia non basta lo spazzolino o il chewin gum
al “mipento” per restituirti l’alito dell’angelo,
reso per distrazione a letto, poi ridotto
all’osso per ogni evenienza.
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Dereck Louvrilanmè, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.