Candido specchio posa sullo stagno,
sospira lento in grazia di candore,
sotto l’ala celasi oscuro inganno,
velata ombra mesce il suo splendore.
È voce ultima che il silenzio veste,
canto che sfiora i cieli nell’addio,
unisce l’alba a un tramonto celeste,
tra morte e vita resta un sacro oblio.
In Leda dio mutò il sembiante,
tra piume e baci accese un fuoco arcano,
dove l’amore diventa inquietante
e il desìo confonde il sovrumano.
Saggio pellegrino tra mondi opposti,
lieve si libra tra fede e menzogna,
portando in sé la purezza e i rimorsi,
cigno che incanta e nello specchio sogna.
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