La bellezza parlò a gran voce
e aveva sabbia tra le mani
e un secchiello, comprato
da mio padre.
La bellezza soffiò nel vento
e aveva la voce dei tramonti
fulgidi di malinconie astrali.
Bellezza,
in quelle aspirazioni che si
fanno carne
e tu le vedi e pensi 'è troppo'
e rimani abbacinato come
un seme colpito dal dio.
La bellezza...
Ti chiedi se si può impastare
col dolore mentre mescoli
detriti nei giorni avari,
nè giovane nè vecchia,
mendicante nuda
di briciole d'emozioni.
Eppure la bellezza...
Una reminiscenza,
la vertigine di un'altra vita,
del trapasso,
sentire la grandezza della foglia
che muore
e sognarsi col bottino
di chi coglie nell'effimero
tutta la splendente magia
della vacuità.
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