Quando il mio nome non sarà
che un'eco e il vento disperderà
le mie parole, chi, in vita,
non ha mai incrociato, nemmeno
una volta, il mio sentiero,
domanderà con le solite
formule stanche: "Chi era costei?
Di cosa scriveva? Quanti anni
aveva?" Domande pigre che
non cercano risposte e fanno
risuonare il vuoto d'un suono
ancora più morto; un leggero
moto che si posa inutile
nella polvere e non scalfisce
nulla. Perché nessuna vita
è un'isola e non esiste
viaggio fatto in solitaria.
Pertanto, se mi cercherete,
non chiedete ai fogli che, in vita,
ho riempito, non annotate
la data scolpita, cercate,
invece, dove il mondo si fa
incontro. Andate alla stazione
e, al binario che pare morto,
e invece fischia, guardate
l'andirivieni ora zitto,
ora chiassoso della folla.
Guardatemi in quella madre che
affretta il passo, nello sguardo
perso del ragazzo che aspetta,
sulle dita della mano che
aiuta a salire, nell'ombra
lunga d'un destino in partenza.
Quindi se vorrete sapere
davvero chi ero, cercatemi,
cercatemi, tra i passeggeri.
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