Indosserò presto ragioni che
venderò ai primi passanti,
confetti di zucchero a velo
inesistenti.
Ho sonno un sonno di sogni,
sussurri creati da perle in
conchiglie, ritratti volanti
di volti o forse effigi su volta
celeste che tutto circonda.
Mi sento migliore nel nulla
quando il vento ritorna e
spariglia le carte, divento
spergiura mentre si fa
finzione il vapore dell'aria
che soffio lontano.
Trema la mano, il mondo
capisco è solo un sogghigno
di sguardi posati di lato.
Vivrò ancora ovunque come
un orlo sfuggito da ricami
su tele di Fiandra.
Uno sbuffo di blu, punto
croce, solo il mio nome.
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