Luce sporca filtrava tra la nebbia
in un giorno smorto, deformando
i rattrappiti scampoli di pozze
dopo la pioggia.
Consapevole divenni di un pensiero
il pensiero stesso, e il respiro
mi si fece fragile.
Avevo, e forse ancora possiedo
una mente come l'inverno e
osservo così meglio il gelo
e l'arido occhio di chi credevo
essere vero.
Finzioni, in un nulla sotto una
maschera di molto, se ascolto
non sento, è ghiaccio ne
percepisco gli effluvi mistificatori.
Sgretolandosi il marmo svela
cartapesta, intanto il cielo
lo vedo con crespe, crepato.
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