Ritagliai la tua persona a mia misura,
forbici lunghe come dita, suonavi
al piano sulla mia veste bianca
dalla cintura indaco profondo,
su note di viaggi, deliri della tua mente.
Portavo ali di colomba mentre ascoltavo,
curve sulle mie spalle bianche,
luna calava su ombre che scivolando
scuotevono piume.
Tenevo le mani a reggere il mento
mentre una folle discesa in partitura
d'ottavi scivolava su labbra devastate dai morsi.
Disegnai passi d'addio sulle punte, e rimase
il dolore di cicatrice profonda.
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