Questa notte con passo leggero
scendevo lungo la sponda di
un fiume, al margine del labbro
fioriva un nome e tra i denti
lo sillabavo, sonnambula.
Sagome sul fiume in corteo
all'orizzonte oscillavano verso
la riva, sul pantano smosso
da impronte, le mie, quelle
di un tempo.
La luna strizzando il suo occhio
si fece di falce, con filo di luce
legò il silenzio sfiorandomi
il collo e si intrecciò fra i capelli.
Scossi le mani come l'applauso
dei muti, sull'acqua petali rosa
e bianchi oleandri, scie odorose
che mi avvolsero in volo verso
l'ampio respiro del mare.
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