Hari om
lasciar fluire tutto quello che deve,
non frapporsi più fra l'anima e il pensiero del mondo,
lasciar andare il predatore e i suoi divieti;
hari om
ho visto la mia vita andare in pezzi,
mi sono vista come una bambola rotta
e poi piegata come i Cristi nelle chiese;
hari om,
ho dato amore a chi voleva la mia carne
per farne specchio del suo vuoto,
ho pianto tra le nevi,
tra ghiacciai metropolitani,
in fuga dal dalore e in cerca della felicità;
hari om
ora abbraccio l'anima, così com'è,
l'odio per chi non ha risposto al mio amore,
Cassandra mille volte ignorata
e Medea che assapora la vendetta
sul trono di una solitaria vittoria,
Hari om,
con tutto l'odio, la rabbia, il desiderio di essere
sola nella foresta, tra le ancelle di Diana che non
rispondono a nulla se non al richiamo del vento,
vergini perchè libere, fatte da sè, plasmate dalla terra,
sorelle delle fiere, tracotanti, selvagge, libere,
compagne degli spiriti e cacciatrici indomite.
Hari om,
contemplando le volte in cui mi sono tradita,
in cui ho svenduto la dignità e piegato la schiena
per briciole d'amore richieste ai mendicanti;
hari om
sulle illusioni, sull'autoespiazione, sugli abusi
messi a tacere nel buon senso, perchè, così
dicono, il tutto è superiore alla parte;
hari om
e mi vedo rinascere: mio lo spirito, mie le mani,
queste mani che non ho mai guardato abbastanza,
abituata a prostituirmi tra la folla ignara.
Hari om
sulla mia incapacità di lasciar andare, sul tarlo
che rode e torna, rode e torna...
...Sui serpenti di Medusa che non smettono
di sibilare le loro verità al veleno
dal vassoio di finto argento del mondo.
Hari om,
per l'incantesimo di un fiore che mi strugge,
per gli occhi del mio cane che sono l'estasi
mai provata nelle chiese,
hari om,
sono io, sono io, sono io
già perfetta,
imperfetta,
Hari om.
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