Pubblicato il 27/11/2025 19:32:54
Siamo vivi., ed è ciò che conta davvero Lo dissi a me stesso mentre fissavo il frigorifero aperto, vuoto, con la luce interna che sembrava l’occhio di un dio stanco. Ho accettato il fatto di rimanere solo una mattina d’inverno quando il cucchiaino batté due volte sul fondo del bicchiere e non ci fu nessun’altra voce nella stanza. Camminavo su marciapiedi che odoravano di carne cruda. Visioni: una donna in pelliccia che parlava al telefono con un morto, un bambino che rideva in ginocchio in una pozzanghera, una sedia a dondolo nel mezzo di un parcheggio. Ho mangiato pane secco e sognato piastrelle che mi cadevano addosso una a una. Nel sonno galleggiavo in un acquario mentre qualcuno mi osservava da dietro il vetro. Non faceva domande. Solo osservava. E io non cercavo più risposte. Il mondo diventava più muto ogni giorno: le cose smettevano di suonare. Le chiavi, le tazze, il vento tra le persiane l’organo nella chiesa senza Cristo risorto Ho accettato il silenzio come si accetta una stanza senza finestre. Con disciplina. Ero vivo, senza parole, senza pubblico. Siamo vivi ed è ciò che conta davvero.
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 0 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore J.J. Tompson, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.
|