Pubblicato il 01/12/2025 20:26:12
Non si fuma in camera da letto. Ma lei lo faceva lo stesso. Ignorava gli avvisi, le regole, i miei silenzi. Spogliata a metà, gambe nude sul copriletto macchiato di caffè e disattenzioni. Fumava con la finestra chiusa. Diceva che il freddo le ricordava suo padre. Io non chiedevo niente.
La cenere cadeva lenta sul parquet rovinato, sui miei vestiti piegati male, sulla lista della spesa che non avrei fatto. Aveva gli occhi come lampadine fulminate e le mani da impiccata stanca.
Ogni tanto rideva, ma sembrava solo uno spasmo. Guardava il soffitto come se ci vedesse Dio o la muffa. La seconda, più probabile.
Nel muro, crepe sottili come vene morte. Un topo marciva tra le travi del soffitto e ci faceva compagnia più di certi amici. La puzza diventava parte dell’arredamento. Come noi.
Dormivamo poco. Sognavamo ancora meno. Lei sognava fiumi neri e gatti senza lingua. Io solo muri, stanze, fughe senza porte. Diceva che ero noioso. Aveva ragione.
Non si fuma in camera da letto, ma lì dentro bruciava già tutto. Le lenzuola. Le promesse. La voglia di ricominciare.
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