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‘Spirito Noir Collectiòn’ - Short Stories

Argomento: Letteratura

di Giorgio Mancinelli
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Pubblicato il 20/06/2013 01:48:32

‘Spirito Noir Collectiòn’ – autori vari – Salani Editore 2013

Non nego che m’aspettavo un libro diverso comprendente il meglio del Noir Italiano in senso più completo, cioè che raccogliesse le diverse sfumature di quello che s’intende per Noir (alla francese); qualcosa di più particolare del ‘giallo’, certamente meno prepotente dell’ ‘horror’, per nulla affatto ‘cronaca nera’; come dire, tra il ‘psicologico’ e il ‘gotico’ volutamente trascurando il ‘fantascientifico’ e tuttavia entrando a pieno titolo anche nello ‘scientifico’ e perché no, nel ‘paranormale’. Un libro che fosse una sorta di compendio dei molti racconti partecipanti all’ormai prestigioso ‘Premio Zucca’ giunto al suo secondo anno (2012/13) che si svolge a Curmayeur, e che in gran parte abbiamo letto sul sito dedicato, alcuni dei quali senz’altro degni di entrare a far parte di questa raccolta che poteva essere, se non fosse così esigua da leggersi in un’ora, il nostro libro per l’estate, da sfogliare sotto l’ombrellone o anche nelle calde notti passate in terrazza, ovviamente prima di coricarsi. Questo perché, ormai è prassi comunemente accettata, che i Noir si leggono la sera o, appena fa buio, perché la notte ben si concilia con le atmosfere lunari, ambigue e malevoli, stregate e psicologicamente dubbiose che non siamo stati capaci di risolvere in tutta una vita, in primis la nostra che ci vede coinvolti, e successivamente nella vita degli altri in cui ci lasciamo coinvolgere, per dare ‘corpo’ (leggi un senso) alla nostra, infinitamente piatta del nostro quotidiano vacanziero. Se non è così per molti di voi, credetemi, c’è a fronte una maggioranza schiacciante che la vive in tal modo. Una tematica questa narrata da Ettore Bucci in “Ho ricominciato a sognare” un delizioso racconto pure contenuto nel libro in cui è detto: «Solo dopo anni ho scoperto la verità sugli incubi, non sono quelli che il cervello ci propone di notte che devono far paura, sono quelli che gli occhi ci mostrano di giorno». E che noi se non stiamo già leggendo un libro che ci distrae, dovremmo almeno risolvere con noi stessi, perché le brutture cui assistiamo e gli orrori che ci vengono trasmessi dai media alla fin fine hanno la meglio sulle cose ‘valide’ (per non dire belle) che allo stesso modo accadono nel mondo. È un fatto che almeno andando in vacanza si spera ci riempiano gli occhi. Poi torneremo (volendo) a immergerci nel frastuono dei dubbi e degli incubi dei nostri scrittori che, a dire il vero, ci meravigliano con i loro scritti a fosche tinte. È il caso della vincitrice del ‘Premio Zucca 2012’ Maria Elena Corbucci che con la sua prosa accattivante ci spedisce a Parigi verso la fine del 1800 per assistere a “L’ultima notte del boia” che, vi assicuro ci fa sentire un po’, come dire, accorciati di collo. Inquietante direi e ben costruito il racconto che segue di Antonio Agrestini dal titolo “Ogni riferimento è puramente casuale” col quale l’autore, in sintesi, ci dice che tutti possiamo renderci colpevoli di qualcosa, e noi della carta stampata (e webbisti del Noir) ne sappiamo qualcosa, si pensi a quanti esseri umani facciamo soffrire le pene dell’infermo, scaraventiamo giù dalla torre o conduciamo alla morte, solo perché abbiamo deciso così. E così è, perché in verità spesso è come in quei film che finiscono per mancanza d’attori, restiamo da soli e abbiamo paura dello ‘spirito noir’ che ci sconvolge la notte, ci intimorisce e ci … ma che poi per ‘immateriale spirito di sopravvivenza’, ci vede trasformati in assassini senza controllo. Ovviamente, come si dice, ‘ogni riferimento è puramente casuale’: «E la risposta ognuno di noi se la darà da solo, come vuole il noir, specchio distorto di ogni vita rispettabile», ci dice Piero Colaprico nella prefazione al libro creando per l’amico Marcello Fois quell’alibi ch’egli ci narra in “L’altro me” una sorta di ‘sdoppiamento’ con cui cerca di  riparare alle sue malevole e spregiudicate intenzioni.


Un'occasione perduta di fare un ‘grande libro’ di short-stories che avrebbe colmato il vuoto editoriale-estivo in ispecie ‘inediti frizzanti e invitanti' alla lettura. Comunque l’invito è stato raccolto e non ci resta che fare le nostre congratulazioni a Maria Elena Corbucci per il meritato riconoscimento e al 'Premio Zucca' per l'opportunità che offre agli aspiranti scrittori di Noir. Agli altri che non sono presenti nel libro, dico soltanto che ci sarà una prossima volta. Ad Majora!

www.illibraio.it
www.infinitestorie.it

 

 

 

 


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