Vittorio Banda, poeta, nato a San Cataldo il 13 dicembre 1944. Nel 2006 pubblica la sua prima raccolta di poesia " Er verme matto", nel 2007 un libro di racconti "Nelle terre del fico D'india". E' presente in varie antologie. Ha partecipato con una suaopera alla rassegna teatrale "Una parola per la vita".
Ho letto alcune delle sue opere, devo dire che la sua poesia viene dal profondo del suo "IO". Vorrei proporre una delle tante che lui stesso mi ha inviato, si intitola :
L'ascolto del silenzio
Ascoltare il silenzio oggi è difficile, sembra un paradosso una stranezza alla quale con il raziocinio non si vuole dare retta.
Eppure l'attuale società ha perso la capacità dell'ascolto del silenzio e sarà difficile che possa riacquistarla sino a quando non rientrerà nella sua coscienza e rovistando tra le innunerevoli cose ammassate, come in una cantina in disordine, riesca a ritrovare la perduta coscienza.
Mi trovavo in via San Giovannino dove abito e stavo per rientrare, ma non riuscivo ad accedere al portone perchè davanti ad esso si era fermato un vecchio che si stava riposando appoggiato alla sua bicicletta che trascinava a fatica.
Vedendo che io cercavo di accedere al portone mi guardò con l'aria sofferente e mi disse:" certo che l'è dura!
Lo guardai con affetto e risposi che era veramente dura la vita, poi con gli occhi velati dalle lacrime mi disse:" sono solo, mia moglie non ci sta più con la testae le sue sorelle non la cercano più anzi l'hanno dimenticata ed io sono costretto da solo a prendermi cura di lei sbrigando tutte le faccende ogni giorno con fatica."
Lo incoraggiai dicendogli che il Signore lo amava e che già era una grazia che lui poteva con la forza prendersi cura di sua moglie.
Lui assenti con il capo dicendomi che avevo ragione e scorsi una nuova luce nei suoi occhi, una luce che mi spinse ad abbracciarlo eda baciarlo, in quel momento sentii che una grande pace era scesa dentro di noi.
In quel momento ho pensato alle tante persone che io vedo correre per tenere in forma il loro corpo con gli auricolari nelle orecchie, attente solo a non perdere la cadenza della corsa e disattente alla solitudine ed alla sofferenza che spesso correndo superano ed ignorano.
I loro orecchi sono tappati e non possono ascoltare il silenzio della sofferenza nè possono vedere le lacrime che scendono dai volti delle persone che noi abbiamo reso invisibili.
Tutto il mondo è pieno di questo silenzio ed attende che ci siano orecchie capaci di ascoltarlo.
Vittorio Banda
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