Abbagliata da aranciato sole
dirigo al mio giorno
quest’insieme caotico
di stupefacenti consorterie.
Sopra la mia testa distratta,
rapita da polvere d’acqua
come trine di antichi ricami
ulivi centenari traspaiono
un brivido di cielo tiepido,
Sotto gli occhi, increduli,
le mie mani , scarnite
annunciano traguardi passati
e ponti ossuti valicati
da residue speculazioni.
Attorno i piedi, troppo cauti,
intrecciati da sentieri pietrosi,
attendono ancora corse leggere
dentro scarpe indossate all’incontrario,
pronti alla ripartenza.
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