Torrenti di parole infiocchettate
scambi d’amorosi sensi inversi
a godersi le gemme reclinate
le declinate gioie di catarsi
genitivi e genitali, gli orinali
pieni, osceni i cuori più dei versi
talent, gara di rispetto, orientali
sapori di spezie, calembour, facezie
e nequizie, sazie le narici, soffici
cuscini, le carni e i vini, inezie,
questo è brutto, l’altro è maleducato,
ha scritto in aramaico, l’ho distrutto,
il top è scollato e il seno sporgente,
teso e sodo, quasi un salvagente, di tutto
e di niente, idrorepellente, Odino
o Ogino, di chi è la colpa per questo bambino,
calma gente, non me ne sono accorta
intenta a scrivere in ginocchio, in preghiera
di sera, alla luce di una candela storta
per creare un gioco d’ombre e d’atmosfera,
calma ancora: lui è asceta, io sono gatta morta.
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