Prova a dire a chi muore ch'io sono ancora vivo
nella brutta condizione d'un brutto incubo,
che anch'io, ermetico, mi sto lasciando morire dentro,
a forza di ricevere illusione e calci nei denti.
Perché non mi sono sentito amato
come desideravano i nostri cieli scuri;
m'hanno fatto sentire un dramma
di mille chiaroscuri!
Perché, abbandonato, tradito, in un momento
duro, vedo dolore, nebbia e futuro.
Perché devo rinunciare a tutti i miei obiettivi:
non ho una lira; ieri sera, tu, hai visto lui,
senza dare a me una fondina, abbondante di cassoela!
Perché mi sento orrendo nelle mattine sconfortanti,
abbracciate ai miei cuscini,
e non riesco ad amar nessuno,
senza amarmi.
Perché non mi va di scriver lettere alfabetiche
che corran verso il basso;
avere una laurea, di sacrificio,
non è servito a un cazzo.
Perché non ho una casa.
Perché ho una micia scema:
tutte le volte che la tocchi crede che la vuoi menare;
perché vedo dove sto e stiamo correndo,
e dove vorremmo andare.
Perché devo andare dal dottore una volta a settimana;
perché tra tre anni sarò un Berlusconi, senza bandana.
Perché, a volte, sento un male dentro che è tremendo;
perché ho amato solo troie, e, forse, mento.
Perché sento che la vita non ha senso
e che Dio m'ha abbandonato;
perché tutti dite che la mia cultura è straordinaria,
ma a me sembra che m'abbia sempre condannato.
Perché se mi osservo le mani,
vedo mani da malato.
Prova a dire a chi muore
tutto, e ricordagli
che ho solo ventisette anni;
ed io, riuscirò a dire,
dietro le tende della morte:
"Se hai creduto in me vuol dire che son forte...".
Quando tutto sarà finito manderemo all'aria 'sto mondo di merda,
e tutti i bastardi che ci stanno dentro, con la nostra soddisfazione.
Prova a dirlo a chi muore: chissà che una scarica elettrica
o sussulti di rabbia gli ridiano vita,
sogno ed emozione.
[Mostri, 2009]
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