Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)
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Commento sul libro
“Gola” romanzo by John Lanchester – Longanesi & C. Milano 1996 - £15.000. Il titolo originale “The Debt to Pleasure” (il debito del piacere), rende assai meglio l’idea geniale di questo romanzo assai eccentrico e raffinato, ma anche voluttuoso, pari al piacere che il gusto spesso rende al palato, appunto alla “Gola”. Infatti, non trovo altro a cui paragonarlo, se non al piacere assoluto che può donare l’amore, un sorriso, un bacio, finanche un profumo. Si può amare tutto quanto fa capo alla gola, come il cibo, o un buon vino, o anche un frutto della natura, per “un’avventura piena dei sensi” che ci restituisce alla vita. Questo lo sfondo di un romanzo che è anche un giallo sorprendente in cui la “cucina” non è solo lo spunto della storia raccontata, ne è la ragione. Infatti, se non è un libro di cucina convenzionale, è però un giallo sofisticato, sottile, edulcorato, saporito e stuzzicante, una prelibatezza che vale la pena di leggere per chi non l’avesse già letto, di conservare in libreria come tutte le cose buone, di rileggere per tornare a gustare un “menu” di consigli gastronomici che Guido Almansi (Panorama) a suo tempo definì: “di un livello altissimo”, e di cui Livia Manera (La Stampa) ha scritto: “..una storia a metà tra l’Artusi e Patricia Highsmith, di indiscutibile erudizione, piena di vertigini del palato e di virtuosismi stilistici non comuni”. Cercatelo! È davvero straordinario.
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