Pubblicato il 03/07/2014 10:04:35
Nike di Samotracia o Quay d'Orsay.
Non conosco l'anonimo autore della Nike di Samotracia, conosco invece la vita, le passioni, i moti del cuore dei pittori moderni impressionisti e non, perche' sono uomini del mio tempo.
Essi mi trasmettono le loro emozioni attraverso quelle pennellate, quei tocchi rapidi leggeri e lievi come petali di fiori posati l'uno accanto all'altro in una fuga di colori dolcemente cangianti o incisivi e vivaci.
Dalle loro tele non mi parla un'umanita' trionfante, ma uomini che hanno creduto profondamente nel proprio talento, nel sogno di una vita di onori e di gloria, spesso in contrasto con la reale esistenza povera, disordinata e disarmonica, in antitesi con la classica cura del corpo e dell'anima.
Si, perche' la boh�me, vagheggiata dai giovani, come momento felice, di una vita d'artista, che sulla collina di Montmartre si dedica alle sue passioni, mettendo in luce finalmente il suo talento, libero spesso da vincoli di famiglie borghesi, affrancato da una societa' retriva e salottiera, sentendosi egli stesso splendida icona dell'autonomia dell'arte, dipinge libero ed entusiasta, portandosi dietro il cavalletto, pennelli e colori ed il mazzolino di lilla' dono della piccola fioraia. La poesia un po' ingenua dell'artista genio e sregolatezza e' in realta' costituita da serate ai piedi del Moulin rouge al freddo, mitigato dalle danze improvvisate, dal calore dei vent'anni, dal fuoco sacro dell'arte, e degli amori che nascevano tra gli artisti, anch'essi turbolenti e disperati come le loro vite spericolate,di pasti saltati,di giovinezze distrutte dall'alcool e dalla tisi,che pure aveva il fascino aulente di Margherita Gautier.
Ma quanta compostezza, quanta dolcezza emana da quelle tele, per chi ad esse si accosta con amore per il Bello!
Le preziose ballerinette di Degas che danzano sotto lo sguardo severo del maestro, le due fanciulle di Renoir che cercano di interpretare lo spartito al pianoforte, le ragazze polinesiane di Gauguin dagli occhi languidi e le chiome infiorate, le sagome eleganti delle signore nel vento di Manet, le gonne distese nel prato, corona ad figure di donna in una colazione sull'erba, la camera da letto di Van Gogh,il suo autoritratto ferito,sono immagini della nostra vita, mi appartengono, le sento mie.
Questi artisti amanti non solo della pittura,ma della musica, della danza, scanzonati e ribelli, hanno gioito e pianto, sofferto come me, mentre guerre e calamit� varie, nascenti dittature, alle quali essi hanno pagate il primo e piu' alto tributo, la precarieta' stessa di una vita indigente, e coraggiosa, li rendevano rissosi e tracotanti, insicuri ed umili, attraverso le mille disarmonie del quotidiano:
Dei, nella realizzazione del loro sogno.
La Nike di Samotracia, slanciata sulla punta del piede, dall'alto del suo splendore in volo, bellissima tra le trasparenze del marmoreo velo che mal celano, esaltandole, le splendide forme di donna, che sfida venti e tempeste dalla prua della nave, maestosa e incredibilmente leggera, mi fa pensare alle divinita' pagane, che solcavano il cielo e i mari, uterque Neptunus, incuranti e del pianto e del sorriso degli uomini: di fronte ad essa provo un senso di verecondo rispetto,quello che sui prova per l'assolutamente bello, per il sublime kantiano, per la perfezione.
Ma lo sguardo di Modigliani triste che raccoglie monetine e si aggira fra i tavoli dei bistro', felice di poter cenare con la sua Janne, almeno per quella sera,la sua Janne che sta per dargli il secondo figlio e che si gettera' dal balcone disperata alla alla niotizia della morte del suio uomo; la sofferenza di Toulouse Lautrec, che deforme immortala le belle chanteuses del Moulin rouge, sapendo che l'amore gli e' negato; lo sguardo di Van Gogh che fa brillare nei girasoli rutilanti di luce quello che altri chiama pazzia, dicendo teneramente: "Le peonie sono di Jannette, ma i girasoli no, appartengono solo a me! commuovono il mio cuore e mi fanno sentire come, ad una tecnica perfetta, corrisponda un sentimento di umanita' che a volte esalta, a volte lacera il mio animo.
Quando sul mio campo di grano, caleranno neri e minacciosi i corvi, ombre di tristezza su un animo forte, quando mi avvedero' che la brevis lux sta per fiunire, forse pensero' a quelle tele vedute al Quai d'Orsay e mi sentiro' molto vicina a quel pittore che vide spuntare uccellacci neri sulle sue bionde distese di grano.
Esse parleranno ancora al mio cuore, metteranno in luce le alterne vicende della mia vita, l'apparire del dolore sulla linea del mio orizzonte, mi racconteranno la mia esistenza ferita.
Allora un sentimento di umana solidarieta' e complicita', mi fara sentire ancora uomo, fragile, consapevole, mi far� accettare con dignita' forse, con disperazione certamente eventi che non vorremmo accadessero mai.
Cosi' come ho chiesto ad artisti e scrittori, alle opere dei quali mi sono accostata, di dare un senso alla mia vita di giovane donna, forte solo del mio amore per l'arte e per l'umano, cosi' chiedero' che diano essi un senso a cio' che vita non e', ma tocca tutti gli uomini e non sfiora gli Dei.
Ed essi per la loro umanita' mi rispondono (Machiavelli)_______________Nicole
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