A Daniela A.
Dominando gli sguardi e la notte
alcune stelle parevano assalire il mondo
ma erano solo globi sfolgoranti!
Al Luna-Park la gente era come ebbra,
e lanciava verso il cielo fantocci-manichini
dalle bionde chiome e i capi chini...
La paura approfondiva il gelo dell’aria
e le festose luci del Luna-Park sembravano false…
Tu eri Samuela
docile, trepida,
dischiusa tenerezza!
Eri Samuela e scoprivi i misteri
trattenendo il fiato
o mormorando con passione: “Guarda!”
Le nostre guance si toccavano,
un nido di dolcezza erano le braccia,
e all’invidia rabbiosa di qualcuno
potevo dire che nessuno
mi premeva più di te!
Poi, tua madre, ebbe tanta gioia negli occhi
vedendomi contento della sua torta,
e che io fossi il suo complimento,
la sua riconoscenza,
l’amore di Samuela.
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