Pure io, senza volere, forse,
forse senza coscienza,
nella mia sfinente elemosina d'esser uomo
mi son vantato, triste anatomopatologo,
d'avere constatato i decessi esausti
delle nostre divinità infere, e celesti;
ma adesso, laidi consacrati, ci restano,
angoscia, vuoto, silenzi,
aziende, e irrealizzabili sogni di maternità.
L'onnipotente è morto,
denigrato, bestemmiato, assassinato;
ora, a chi imporre i nostri vincoli d'insulsa impotenza,
se non a me, se non a voi stessi,
denigrandoci, bestemmiandoci, assassinandoci,
nell'ergastolo distonico di un'esistenza schiava dell'introversione,
con l'unica amnistia, solo mia,
a canoni inversi,
cullata in antri d'alchimia
da versi introversi.
[Versi Introversi, 2008]
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