Con te rinasco, mille volte, ancora mille,
senza riuscire ad arrendermi,
senza alzare bandiera bianca ai tuoi ricordi,
al ricordo di te, bambina effimera,
escort d’alto bordo, senza carte nautiche,
senz’assi nella Manica.
Nell’eccitarti, ti incito, mirando all’angoscia,
alla tua insicurezza, d’animale braccato,
con pallottole calibro 9
intinte nel sonnifero, e nello zucchero filato;
e non piango lacrime elettriche di disperazione,
perché abbaiare alla luna non mi ha mai dato molta soddisfazione.
Pur sei stai zitta, con l’insistenza a non esistere dei i tuoi silenzi,
nella tua scelta d’esser mio inferno,
non ti dannare, brutta stronza, nell’affossarmi:
io, cuore bollente, mi trovo ad agio in
queste vesti, incandescenti, da diavolo moderno.
[Mostri, 2009]
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