Che ti perplima che stia aiutando la mia compagna a trovar lavoro, mi delude al quadrato,
forse chi c'ha un genitore con la fabbrichétta corre meno rischi di rimaner disoccupato,
e spesso nemmeno corrobora la sensibilità che, in una mente disperata e vinta,
basti a crear forza e speranza anche far finta.
Queste, alla faccia del cazzo, sono le risposte di chi lavora nel sociale,
ore ed ore a dis-educar ragazzi, esperta nell’arte di sapersi far raccomandare,
che, se ti va male, attendi, anche dieci anni, in una casa guadagnata col sudore,
sì, il sudore della fronte della fabbrica del genitore.
Cosa dire, ti auguro, molto in fretta, di cadere e farti male,
senza babbo e mamma che ti segnalino immediatamente al direttore,
di una cooperativa dove il proletario sperimenta anni e anni di precariato,
e te, magari, oggi, c’hai l’indignità d’un contratto a tempo indeterminato.
[inedito, 2017]
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