Quel cuscino, dalle lacrime impregnato,
segna un tempo d’inascoltati pianti.
Perenne giace, nel segreto rifugio,
celato agli occhi, bendati di freddezza.
L'anima, crocifissa dalle ingiustizie
esala povertà giammai meritata.
Lì, trova pace, sfinita da un supplizio
mai cercato nella brutale crudezza.
Un sentiero, dalla nascita tracciato,
colmo di ricordi, al tempo ricevuti.
Intenso divien l’invito a seguirlo,
pur se l’istante mostrasi inclemente.
Paion sorrisi, d'amore incorniciato,
gesti da tenerezza confezionati.
Affabili sentimenti mai affiorati,
senza coscienza, sfiorati dalla mente.
Con gran malinconia, il pensier si adagia,
esser nato per errore, ombra fugace.
Figlio di un sentire tacito, inespresso,
nell'abisso della vita, già smarrito.
Or navigando sull'onda di un tormento,
lascio battiti e sospiri prigionieri,
in attesa d’un angelo, un viandante,
che mi tenda la sua mano, all’infinito.
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