Ferocia e violenza arrivano all’ombra della notte,
ti scattano dentro senza farsi annunciare,
corrono sui muri imbrattati d’ira,
di sudore, corrono in silenzio,
e correndo, come bradi bufali tutto istinto,
troncano cuori o teste, sradicano amicizie e amori,
stralciando il conforto di decidere
se ingabbiare il tempo, o esserne ingabbiati.
La furia nera del rottweiler è in me,
io che soffro di chi dorme in strada,
mi commuovo alle lacrime del lutto,
alle urla della madre che ha smarrito un bimbo,
redigendo documenti word
a nome di chi assapora la sconfitta.
La rabbia cieca del rottweiler è in me
La furia nera del rottweiler è in me,
dandomi occasione d’essere fragile,
in balia d’una conferma di lettura
attesa, e attesa, macerandomi
nei solchi scavati da dolore e sofferenza,
contraccambio di un minuto
in cui trionfino sensi d’indocilità.
Il destino di tutti noi, rottweiler,
è d’essere ammansiti o addormentati,
dopo una vita alla catena dei miti sociali dell’aggressività,
e non c’è rimedio ai nostri momenti di follia,
se non render l’intera nostra vita folle.
[Il Guastatore, 2012]
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