Dio, contromano, su autostrade madide d'olio e di lacrime
s'è scontrato con un camion carico di bestiame o di liquami tossici
nella notte di un sabato sera.
Dio troppo basso in cieli carichi di nuvole e di sogni infranti,
ha impattato contro grattacieli pieni di uffici e di gabinetti,
senza scale antincendio.
Dio, affamato, lacero, in mari ruvidi
d'ansia e rivendicazione esistenziale
è annegato, gli occhi sbarrati,
anelando a barconi colmi d'immigrati apolidi.
Dio, emaciato dentro letti anonimi
cloroformizzati da sudari asettici
s'è strozzato ingoiando valium
per dimenticare stadi terminali
di qualsiasi tipo o natura, maligna.
Dio è morto, e continua a morire ancora
giorno dopo giorno, senza un attimo di riposo,
quasi mai di morte naturale;
e non sempre ci sono angeli
a ricordargli d'esser stato vivo.
[Underground, 2007]
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