Poesia, strido teriomorfo evoluto in sensibilità animale,
liberati di me, cacciami nei recessi
della tua silhouette da hinterland suburbano,
margine di margine, confine di confine,
insieme ai moderni numeri umani,
calcolatori che non contano.
Chiusa nelle nebbie aromatiche d’una sauna finlandese,
liberati di me, come mi sarei liberato io di te,
zaino soffocante sulla schiena d’una vittima sacrificale,
imbizzarrita sul sentiero d’un feroce rito d’iniziazione metrica.
Basta uno schianto, dolore d’un momento,
a diffondere frammenti ossei,
anchilosati da una cronica artrosi artistica,
sulla scena drammatica del sacrificio,
e ti sarai liberata di me,
senza rimorso, senza alcun danno.
Fallo in fretta, come farò con te,
non appena ne avrò occasione.
[Il Guastatore, 2012]
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