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Hyperversi

di Ivan Pozzoni
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Pubblicato il 03/04/2018 23:28:47

 

Domandandoci, con candore, cosa ci sia accaduto di tanto strano

da farci rimanere, entrambi, a sacrificar fondi d'intonaco,

chiamandoci in ufficio, a mezzanotte d'un venerdì sera,

ci ritroviamo, all'erta, irti d'aculei erti

sulla bocca del cannone e dello stomaco.

 

Perversi, siamo, attenti a non cadere nella rete di astuti bracconieri,

intenti a non finire in rete senza desiderio d'esser cannonieri

di razza, marchiati da 2 m, miseria e malattia,

muovendoci, a destra, manca alternativa, come centenarii,

come farfalle cieche incontro a riarsi lucernari.

 

Più che sadici, siamo masochisti,

rifiutando vite consumate all'aria rincorrendo tonici ciclisti,

senza ardimento alcuno d'urlarci, in interfaccia,

che il futuro ci riservi cartastraccia,

imballata in bende di Linux

come vecchi faraoni tumulati coi nervi,

snervi, d'acciaio inox.

 

Stemo atenti.

A pagar no te impressar

che pol darse l'acidente,

che non ti paghi niente

 

     [inedito, 2017]


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