
Quell'ulivo non fu mai benedetto
sempre a me diede grande sofferenza
da lì io ti cercavo sopra il tetto
perché della mia vita eri l'essenza.
Anche quando il buio oscurò la vista
da quel colle sempre t'ho cercata
quella tua casa il cuore mi rattrista
non ha più la finestra illuminata.
Quell'ulivo ha raccolto i miei sospiri,
le mie parole tutte ha conservate
anche adesso archivia i miei deliri,
le lacrime tra i rami che ho versate.
Resiste al tempo quell'ulivo amato
su me riversa tanta comprensione
frutti oleosi per decenni ha dato
ancor risveglia in cuore la passione
m'è caro e non l'ho mai dimenticato
compagno della mia disperazione.
Salvatore Armando Santoro
(Boccheggiano 4.12.2017 – 11,14)